Schwarz Paolo
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Trieste, poi Genova
In Italia da: Cecoslovacchia
Percorso di internamento: C. di c. di Campagna (SA) da settembre '40 a maggio '42 (Apz); Urbania (PS) dal 20/5/'42 al 4/12/'43 quando fugge.
Ultima località o campo rinvenuti: Urbania (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Frascati, Roma
Fonti:
ASP3, ebrei stranieri; ASCU; ASCU2; ASCU3; KaWe; A1; A2; Bib.B.; Voigt; ASFiume; Bad.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:
Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lui non c'è fascicolo nel fondo specifico degli internati, tuttavia il nome compare nella raccolta denominata “Pratiche relative alla campagna razzista” per la dichiarazione di soggiorno del marzo ’43 da parte degli ebrei stranieri internati.
Era celibe, di professione avvocato. Entra nel Regno dalla Slovacchia il 27 agosto del ’39 e ottiene il permesso di soggiorno dalla Questura di Trieste.
L'anno seguente, 1940, è presente a Genova. Di qui nel settembre dello stesso anno viene destinato all'internamento nel campo di concentramento di Campagna (SA) dove rimane per oltre un anno e mezzo.
Lascerà il campo assieme a un altro internato ebreo, Hans Stawski, per muoversi alla volta della Provincia di Pesaro. Il 20 maggio ’42 inizia il periodo di restrizione a Urbania dove alloggia in casa privata (Edda Reggiani). Qui il 18 dicembre '42 rinnova ancora l'immatricolazione. La durata del soggiorno risulta "tempo illimitato” e lo scopo, “diporto”.
In agosto riceve dal questore il diniego alla lettura dei giornali stranieri, vietati dal Ministero dell'Interno agli internati. Sul foglio la nota manoscritta: ebreo avvocato.
Paolo tiene una fittissima corrispondenza, i cui estremi sono accuratamente annotati in apposito registro a cura dell'autorità comunale. Dal primo giorno di internamento, 20 maggio, al 5 ottobre dello stesso anno, 1942, data alla quale si fermano le annotazioni, scrive ben 94 lettere. Comunica regolarmente con il padre Vojtech a Trencin e con Armin Schwarz a Budapest, inoltre ha contatti con vari compagni di internamento. Riportiamo di seguito i nomi dei destinatari nelle diverse località, con l'indicazione del mese in cui la lettera è stata scritta.
Nel campo di concentramento di Campagna: Giuseppe Weiss (giu.), Dr. M. Rosenzweig (lugl. e ago.), Guglielmo Kopp e Arthur Pollak (lugl.), Samuele Wulfin (ago.), Max Juchwid e Onesti Rosario (ott.).
Nel comune di Sassocorvaro (PS): Francesco Prochaska (ago. e ott.).
Nel comune di Celico (CS): ing. Edoardo Donath (sett.).
Nel comune di Bagnoregio (VT): Vojtech Pollak (sett.).
L'anno seguente, nei mesi di giugno, luglio e agosto ’43, Paolo Schwarz riceve aiuti finanziari da Carlo (Karel) Weirich dell’Opera San Venceslao di Roma. Sull’Opera, retta da un cittadino ceco che si prodigò per gli internati del suo Paese, in particolare ebrei, compreso il gruppo dei profughi della nave Pencho, si vedano Il rifugio precario e il volume specifico dedicato a Weirich siglato KaWE, citati nelle fonti pubblicate.
Il 4 dicembre ‘43, per evitare l’arresto, Schwarz fugge da Urbania. L'allontanamento è segnalato per lui e per gli altri ebrei internati Greta Preisch, Ludwig Stiassny, Lazzaro Werczler e Bassia Zac.
Dopo un viaggio denso di pericoli, Paolo riesce a rifugiarsi presso un convento di frati a Frascati. Intanto la polizia lo sta braccando, come sappiamo da un telegramma che da Pesaro raggiunge Fiume.