Linser Margarethe
Coniugato/a con: Schwarz Karl
In Italia a: Milano
In Italia da: Germania
Percorso di internamento: Pescasseroli (AQ) dal 18/9 al 12/11/'41; Pennabilli (PS) dal 14/11/'41 al 4 dicembre ’43 quando viene arrestata. Resta in carcere fino al 1° marzo ‘44. Ancora internata a Pennabilli, vi resta fino al 10/11/'44.
Ultima località o campo rinvenuti: Pennabilli (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma Cinecittà
Fonti: ASP; ASCP; A2-b.324; AGPN; LM/AM; GENI; Tnipoti.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:
Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lei non c’è fascicolo. Per i suoi dati si veda quello del coniuge Karl Schwarz e così pure per le testimonianze dei discendenti ottenute nel 2018.
Il 13 luglio '39 assieme al marito giunge in Italia attraverso la frontiera del Tarvisio, ufficialmente "a scopo di transito". E' dichiarata casalinga. La coppia si stabilisce a Milano presso un privato e tenta la strada dell'emigrazione, compresa la prospettiva dell'Etiopia. Il progetto non va in porto. Esattamente un anno dopo l'ingresso nel Regno, in base ai dispositivi delle leggi razziali il marito Karl viene destinato all'internamento nel campo di concentramento di Alberobello (BA).
Margarethe rimane sola e priva di mezzi, pertanto chiede e ottiene di riunirsi a lui. Questo avviene dopo tredici mesi a Pescasseroli (AQ). Inizialmente considerata convivente, dunque con un sussidio inferiore, Margarethe viene a sua volta internata come ebrea, condizione che le permette di ottenere qualche lira in più di sussidio. Intanto i tre figli minorenni sono a Londra dove lei li ha mandati grazie a un kindertransport nel dicembre '38 mentre il marito si trovava internato a Dachau. Un nipote racconterà che a prendere la decisione del viaggio è stata Erica, una dei tre figli, allora dodicenne.
Nel novembre del '41 la coppia raggiunge la Provincia di Pesaro e viene destinata a Pennabilli dove resterà fino alla liberazione del territorio. Compare infatti nel censimento degli ebrei del novembre '42 assieme agli altri internati G. Aboaf, A. Ball, Zora Bijelic e il figlio M. Wilczek e M. L. Ryza.
Tuttavia, alla data del 4 dicembre '43, quando scattano i dispositivi dell'ordine di arresto generalizzato degli ebrei, in paese sono rimasti solo lei e Karl. Quel giorno i due coniugi vengono incarcerati a Novafeltria (PS) e reclusi con i correligionari catturati a Sant'Agata Feltria (PS): Sender Ehrenwort, Rifka Schuldenfrei e Coen Attilio.
Liberata per ragioni di salute il primo giorno di marzo del '44, Margarethe è rimandata in internamento a Pennabilli. Di qui perora presso il questore la causa della liberazione del coniuge. Sostiene che Karl è stato incarcerato "perchè ebreo ma non ha commesso alcun reato". Aggiunge poi: "In tutti i luoghi che ci ospitarono come internati molte persone potranno darvi informazioni sulla nostra condotta e moralità irreprensibile".
Karl resterà in carcere per altri tre mesi.
Nel settembre 1944 il territorio viene liberato. Due mesi dopo, a novembre, gli Schwarz sono a Roma nel campo di raccolta di Cinecittà. Su di loro si veda anche Con foglio di via, citato nelle fonti pubblicate.
Dal prosieguo della ricerca condotta nel 2018 in collaborazione con alcune insegnanti della Scuola Media Statale Franchini di Sant'Arcangelo di Romagna, abbiamo avuto la conferma che i tre figli sopravvivono e danno vita a una folta discendenza. Si stabilisce infatti un contatto con alcuni di loro via email.
Tragica la sorte della famiglia originaria di Margarethe, come risulta in Geni: i genitori deportati e uccisi a Theresinstadt, Il fratello Emil Egon morto ad Auschwitz e la zia materna Mathilde Eisinger a Treblinka.