Veneziani Ubaldo
Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del marzo ’42.
Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: Recchioni Anna
In Italia a: Roma
Percorso di internamento: Stigliano (MT) dal 24/6/'40 a ottobre '40; Irsina (MT) dal 25/10/'40 all'11/3/'41; c.di c. di Isola Gran Sasso (TE) dall'11/3/ al 25/9/'41; c.di c. di Urbisaglia (MC) dal 26/9/ al 30/11/'41; c.di c. di Tremiti (FG) dal 2/12/'41 a gennaio '42; Sepino (CB) da gennaio a fine febbraio '42; Sant'Ippolito (PS) dal 2 marzo ai primi di agosto '42; Macerata Feltria (PS) dal 9/8/'42 al 17/6/'43; Pennabilli (PS) dal 18 giugno al 16 agosto '43.
Ultima località o campo rinvenuti: Pennabilli (PS)
Deportato: sì
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; Car; A3-b.30; ASCMF; ASMAC; EMF; LDM; LM/AM; YV; Urb.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Aveva un negozio di antiquariato a Roma. Segnalato nel giugno '40 dalla questura della capitale come "ebreo antifascista", subisce tre anni di internamento "senza motivo alcuno", come scriverà lui stesso da Pennabilli (PS) in una delle ultime lettere. In altre petizioni vanta il lungo servizio militare, anche in zona di guerra.
Inizialmente è inviato al Sud, prima in Provincia di Matera, poi in quella di Teramo. Dal campo di concentramento di Isola Gran Sasso è trasferito al nord nel settembre del '41 a cura della questura competente entro un gruppo di trentadue ebrei. L’ordine di trasferimento da parte del ministero è datato 11 settembre ’41. Tra gli altri sono con lui alcuni correligionari che transitano anche in Provincia di Pesaro, come Vittorio Astrologo, Alberto Di Porto e Vito Fano. Inoltre nel gruppo compare anche suo cugino Donato Veneziani che condividerà pure la permanenza nella struttura successiva, il campo di concentramento di Urbisaglia (MC). I due sono accomunati per la tragica sorte che li aspetta.
Il questore di Roma il 20 'ottobre '41 conferma alla direzione di villa Giustiniani/Bandini, dove ha sede il campo di Urbisaglia, il diritto al sussidio per Ubaldo Veneziani, del quale dice che è coniugato e ha un figlio, aggiungendo che fu allontanato dalla capitale "siccome vigilato perché squilibrato di mente". Pochi giorni dopo, il direttore segnala lo stato di agitazione dell'internato che avrebbe provocato incidenti intollerabili in una collettività. Pertanto il Prefetto di Macerata si rivolge al ministero per chiedere il trasferimento del nuovo arrivato in un comune dotato di ospedale adatto, oppure il proscoglimento.
Ubaldo resta nel campo solo due mesi, poi, anziché in ospedale, è inviato nella colonia insulare delle Tremiti (FG). Di qui chiede di poter corrispondere con i famigliari e con il cugino Donato, ancora a Urbisaglia.
Ben presto ritorna in terraferma e per un breve periodo è internato in Provincia di Campobasso. Giunge in quella di Pesaro nel marzo ’42 e non lascerà più il territorio fino al termine della misura restrittiva. La prima sede è Sant'Ippolito. Di qui viene inviato a Macerata Feltria dove è conservato il registro con la sua firma di presenza il giorno 31 gennaio '43 assieme ad altri ventun internati. Nel giugno seguente è trasferito a Pennabilli e vi resta fino ad agosto quando viene prosciolto con le misure del Governo Badoglio.
Liberato dall'internamento, ritorna a Roma. Come sappiamo dal Libro della memoria, viene arrestato il 18 dicembre '43, è detenuto per diversi mesi - prima a Roma-carcere poi a Fossoli-campo - e il 2 agosto '44 è deportato da Verona ad Auschwitz dove muore il giorno 28 agosto.
Anche i cugini Donato e Aida Veneziani, quest'ultima con il figlio Alberto Terracina, saranno deportati e uccisi. Per ulteriori notizie su Ubaldo si veda Con foglio di via, citato nelle fonti pubblicate.