Zammatto Giulio
Coniugato/a con: Baggio Caterina
In Italia a: Padova
Percorso di internamento: Potenza dopo giugno '40; Fano (PS) dal 26/12/'40 ad aprile '41; Macerata Feltria (PS) dal 9/4 al 4/12/'41; Fano (PS) dal 4/12/’41 al 2/4/'42, data della revoca.
Ultima località o campo rinvenuti: Fano (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Svizzera
Fonti: ASP; Car; EMF; ASCMF; Brog.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Era commerciante in articoli di pelletteria e viveva a Padova con la moglie. Non avevano figli. Antifascista, nel giugno '40 viene così segnalato dal prefetto della sua provincia: "Ebreo, tiene discorsi disfattisti".
Era giudicato facoltoso, dunque non avente diritto al sussidio. Dopo un periodo di internamento a Potenza, alla fine del '40 giunge a Fano in Provincia di Pesaro, dove viene raggiunto dalla moglie, autorizzata dal Ministero dell’Interno a convivere con lui. I due prendono alloggio provvisoriamente presso l’albergo "Garibaldi".
Qualche mese dopo, le forze dell'ordine lo scoprono in compagnia di un “signore forestiero” che si rivelerà essere suo fratello, ing. Ennio, il quale viene diffidato dal Prefetto di Padova a non fare più ritorno a Fano senza permesso. Per il nostro scatta il trasferimento disciplinare, sempre in Provincia di Pesaro.
La nuova sede è Macerata Feltria, dove giunge il 9 aprile ‘41. Qui è ricordato dagli abitanti assieme alla moglie.
Nel luglio seguente è il Prefetto di Padova, Cimoroni, a fornire le richieste informazioni al Ministero dell’Interno e per conoscenza alla prefettura di Pesaro. L’internato è qualificato come elemento politicamente pericoloso, segnalato “dalle Gerarchie politiche” come antifascista. Per tali ragioni il prefetto padovano è contrario al proscioglimento della pena, anche perché, dice, “l’elemento ebraico in questo capoluogo seppure non numerosissimo aveva certamente per censo e per attività qui molto ascendente e fu perciò in passato elemento dominante nella vita economica della provincia. Ora mal si rassegna al potere perduto ed è quasi in attesa di eventi che possano ridarglielo.”
A dicembre Zammato, su sua richiesta, viene trasferito nuovamente a Fano e qui qualche mese dopo lo raggiunge il proscioglimento previa diffida.
Il suo nome risulta nell’elenco dei fuggiaschi accolti dalla Confederazione elvetica durante il secondo conflitto mondiale, “per ragioni politico-razziali”.