Scheda

Segre Ezechiele



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del febbraio ’41.

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: Luzzatti Eugenia
In Italia a: Torino
Percorso di internamento: Pizzoli (AQ) dal 12 giugno '40 fino a febbraio '41; Macerata Feltria (PS) dal 15/2/'41 al 28/4/'41 data della revoca.
Ultima località o campo rinvenuti: Macerata Feltria (PS)
Deportato:
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; EMF; Even; ASCMF; Car; LDM; GiLevi.
Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Commerciante, era domiciliato a Torino e aveva due figli, Riccardo e Margherita.

Nell'agosto '38, in occasione del primo censimento degli ebrei prescritto dal Ministero degli Interni, viene segnalato sia a Torino che a Racconigi, in quanto Direttore del locale setificio, uno stabilimento per la torcitura della seta e del rayon che allora occupava 24 dipendenti. La proprietà era di un suo omonimo torinese: ing. Enrico Segre e figlio. La filanda viene chiusa in seguito alle leggi razziali e nel '39 è già inattiva.

Nel giugno '40 il prefetto di Torino lo qualifica come "vociferatore e di sentimenti ostili al Regime." Aggiunge poi che la segnalazione è avvenuta “a più riprese” e “fiduciariamente”, dunque per delazione, ma che nessuna prova è stato possibile raccogliere a suo carico. 

Quando inizia l'internamento, Ezechiele Segre ha già 63 anni. La prima destinazione è  Pizzoli (AQ) dove resta circa nove mesi, poi nel febbraio ’41 giunge in Provincia di Pesaro. La questura ricevente informa il commissario prefettizio di Macerata Feltria, dove viene indirizzato, dei “precedenti” tutti ideologici che gravano sulle spalle dell’internato e delle condizioni economiche dello stesso, il quale non dev'essere sussidiato appartenendo a famiglia di condizioni economiche discrete. 

Il ritorno a casa, dopo la revoca avvenuta con ogni probabilità per ragioni di età, non lo salverà.

Dalla ricerca di Giorgina Levi sull'internamento in provincia di Aosta nel periodo bellico, veniamo a sapere un particolare che riguarda il nostro caso. Occorre premettere che allora la provincia di Aosta includeva anche parte dell'attuale territorio di Torino, per la volontà di Mussolini di rendere preponderante la popolazione di lingua italiana rispetto a quella francese. Ora, nel tratteggiare il ruolo di Pietro Mancinelli, segretario del Fascio provinciale, promosso a Questore provinciale con la RSI, l'autrice ne mette in luce la spietatezza e l'accanimento razzista che lo portano a dare la caccia agli ebrei del territorio, che siano residenti stabili o internati.

Finita la guerra, da un rapporto riservato della Legione dei Carabinieri di Aosta al Prefetto sulla popolazione ebraica, si legge che «ad opera del federale repubblicano Mancinelli Pietro» vennero deportati in Germania e Polonia cinque ebrei italiani, fra cui Ezechiele e Riccardo Segre, fratello e nipote di Segre Temina, sfollati a Quincinetto: «...confidenze avute in Quincinetto danno per certa la morte dei due avvenuta probabilmente per cremazione, metodi noti in uso presso i campi dei deportati ad opera dei tedeschi...».

Il Libro della memoria conferma le circostanze. Leggiamo infatti che il 2 dicembre '43 Ezechiele viene arrestato a Quincinetto (AO) con il figlio Riccardo che era nato a Torino il 19 giugno 1906. Detenuti nel carcere di Ivrea e nel campo di Fossoli, padre e figlio vengono deportati ad Auschwitz il 22 febbraio '44. Entrambi periscono, il padre ucciso all'arrivo il 26 febbraio, il figlio in data e luogo ignoti.