Polacco Oscar
Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del febbraio '42.
Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: Rossignoli Maria
In Italia a: Trieste
Percorso di internamento: Piobbico (PS) dal 20 febbraio al 29 maggio '42 (al 6/6/’43 in Car). Arresto a Piobbico ai primi di dicembre '43.
Ultima località o campo rinvenuti: Piobbico (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; CS; ASCPI; ASCTS; Car.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Era amministratore-commerciante, impiegato. E' detto anche macellaio, forse per la comunità ebraica di Trieste, città dove viveva. Nel dicembre del '41 il prefetto della sua città si esprime così nei suoi confronti: "Da fonte attendibile viene segnalato a questo ufficio come elemento infido e pericoloso per l'ordine Nazionale il soprascritto ebreo discriminato Polacco Oscar, già iscritto al PNF dal 12/11/1920." Aggiunge che, dopo i provvedimenti razziali, Polacco non solo aveva manifestato odio verso il Regime, ma aveva diffuso "notizie false e tendenziose nei riguardi delle potenze dell'Asse".
L’ostilità verso il Regime è ribadita l’anno seguente. C'è poi un ulteriore elemento sfavorevole per l’ebreo triestino, costituito dal fatto di essere cugino di Massimiliano Polacco, condannato a otto anni di reclusione dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato.
Allontanato da Trieste, "zona militarmente importante", Oscar viene destinato alla Provincia di Pesaro, precisamente a Piobbico. Le fonti consultate non sono concordi sulla data del proscioglimento che Carolini colloca nel giugno del '43, mentre altre la fissano qualche mese prima. Inoltre abbiamo trovato un cenno all'arresto dello stesso e di sua moglie Maria, non ebrea, ai primi di dicembre '43 con le misure di Buffarini Guidi. Autori i carabinieri di Piobbico, i quali vengono ripresi dal questore in quanto la coppia, essendo "mista", andava solo "vigilata" e non arrestata.
In ogni caso è certo che Polacco sia rimasto a Piobbico anche dopo il proscioglimento. Il rientro a Trieste, con una presenza tedesca sempre più inquietante, viene senz'altro giudicato troppo pericoloso. Stessa cosa avviene per un altro triestino, Marco Finzi, il quale preferisce rimanere nel territorio pesarese.
Nel '43 per un periodo la famiglia Polacco - composta, oltre che da Oscar, dalla moglie Maria e dalla figlia Libera, studentessa, viene sussidiata dall'Eca come profuga/sfollata. Pare poi che il sussidio venga interrotto per diversi mesi tanto che nel settembre '44, quando Piobbico viene liberata, Oscar Polacco presenta al Prefetto un'istanza in cui chiede di potersi arruolare per partecipare alla guerra dove ancora si combatte contro i tedeschi o in alternativa, se ciò non fosse possibile, di poter lavorare. Fa presente anche la necessità della proroga del sussidio di sfollamento per sé e per la propria famiglia.
E sarà accontentato. Dopo le dimissioni del primo sindaco libero di Piobbico, il farmacista Enrico Paioncini nominato dal CLN, dimissioni dovute a ragioni di salute, Oscar Polacco il 31 dicembre '44 viene nominato sindaco. Nella delibera di Giunta, che porta quella stessa data, si sottolinea come il triestino abbia piena competenza amministrativa e riscuota la fiducia della popolazione, nonchè quella dei membri del disciolto CLN.
Assieme a lui in Giunta un cittadino di Piobbico che si era attivato contro il fascismo, Miles Tenchini, comunista, ricordato anche da Poldo Verbovsek per la solidarietà che dimostrava verso gli internati, e altre due persone ben conosciute: Pietro Lucerna di professione marmista, sfollato da Roma e diventato partigiano della V° brigata "Garibaldi Pesaro", e Cafiero Campanelli, anarchico, che viveva e lavorava a Milano come meccanico.
Il compito di guidare il comune in un momento ancora gravido di incognite e di sofferenze morali e materiali viene portato avanti con umanità da Oscar Polacco il quale condivide con la popolazione anche momenti di sofferenza come l'esumazione di persone uccise o l'annuncio di perdite di soldati alle famiglie stesse.
Finita la guerra, il 2 giugno '45 Polacco presenta le dimissioni per tornare finalmente alla sua residenza con la famiglia. La sua unica figlia, Libera, nata a Trieste il 12/3/1927, resta nella città natale fino al 1953 dopodiché viene cancellata per irreperibilità.