Lande Isidoro (Ivo)
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Parma
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Campagna (SA) dove viene internato il 20 giugno ’40 ed è ancora presente ad agosto ’41 (Apz); Carsoli (AQ) presente a maggio ’42; Mombaroccio (PS) presente fino a gennaio ’43; Urbania (PS) dal 25/1/’43, e ancora presente a luglio e settembre ’43. Fano (PS) da data successiva fino ai primi di dicembre ’43 quando fugge.
Ultima località o campo rinvenuti: Fano (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti:
ASP3; A1; A2; ASCU; ASCU2; CS, ACGP; Bad.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:
Presso l’Archivio di Stato di Pesaro non è conservato un fascicolo specifico su d lui, il suo nome però compare nel fondo Campagna razzista. Esistono poi altre fonti, in particolare l’Archivio Palatucci per il periodo di internamento a Campagna. Qui sono conservati documenti che lo riguardano datati agosto 1940, oltre a una lista senza data di 45 internati, dei quali si indicano i dati anagrafici, la religione di appartenenza distinta dalla “razza”, la situazione personale (se accompagnati o soli) e le pendenze per le eventuali pratiche di espatrio. Tutti costoro si trovano nel campo di concentramento di Campagna “Concezione”.
Di Lande, medico polacco, si dice che ha parenti in USA, è iscritto nella “lista americana” dal 29 dicembre ’38 e dispone di mezzi propri. Quanto alla fede, si scrive che è di religione cattolica e razza ebraica. In realtà non è battezzato, nonostante sia legato a una dottoressa cattolica, Silva (o Sylva) Rinalduzzi, con la quale intende espatriare in Brasile.
Mons. Giovanni Palatucci, vescovo di Campagna, lo appoggia presso la Santa Sede, tuttavia il Segretario di Stato Maglione nell’agosto ’40 risponde che non è possibile sostenere presso l’ambasciata brasiliana l’istanza di Lande, in quanto non è battezzato. Per di più, le autorità brasiliane vincolano l'ammissione al fatto che i non cattolici convertiti abbiamo ricevuto il battesimo entro il 1937. Tale situazione è analoga a quella di altri ebrei internati a Campagna i quali, nonostante la raccomandazione di Mons. Palatucci, non vengono sostenuti dal Vaticano nella loro volontà di raggiungere il continente americano in quanto mancanti del battesimo.
Secondo le informazioni fornire dallo stesso Palatucci, Lande Isidoro è in Italia dal 1931. Ha studiato a Bologna e a Parma dove nel 1934 si laurea in medicina. Parma è la residenza dichiarata prima dell’internamento. La frequenza dell’università nella città emiliana da parte del giovane ebreo polacco si motiva anche con l’esclusione dall’Università che colpiva in quegli anni ebrei polacchi e ungheresi.
Nel campo di concentramento di Campagna (SA), Isidoro resta oltre un anno. Di qui viene trasferito prima in Provincia de L’Aquila, poi in quella di Pesaro. Destinato inizialmente a Mombaroccio, in realtà il 25 gennaio ’43 giunge a Urbania. Nel giugno seguente risulta una sua trasferta a Roma dalla quale ritorna con foglio di via della polizia e mezzi di viaggio, oltre all’ordine di presentarsi alla questura di Pesaro entro un termine preciso (6 giugno). La permanenza dell’internato a Roma si spiega col fatto che la fidanzata, la dott.ssa Rinalduzzi, abitava in Lazio (Poggio Mirteto).
Pochi giorni dopo (20 giugno), Lande chiede di potersi recare a Pesaro e presumibilmente trattenersi qualche giorno. Il permesso non viene accordato con la motivazione della mancanza di camere “fin anche negli alberghi”. Siamo ormai in regime di sfollamento di guerra.
A Urbania sicuramente Isidoro viene sussidiato: in municipio compaiono infatti le contribuzioni di luglio e settembre ’43. Inoltre egli riceve aiuti in denaro. Nel documento che registra le donazioni viene chiamato dottor Ivo. A gennaio e febbraio ’43 gli giungono due somme ragguardevoli (oltre due mila lire in totale) da parte dell’amica Sylva Rinalduzzi (Roma), e una cifra modesta dal prof. Tilco Redler, internato a Carsoli (AQ), comune dal quale lui stesso era transitato.
Dopo il mese di settembre ’43, Lande viene trasferito a Fano. E’ conservato in ASP nel fondo Campagna razzista un telegramma della polizia che viaggia da Pesaro a Fano, datato 3 dicembre ’43 e firmato “commissario aggiunto Testa”, in cui si fa riferimento al rintraccio e all’arresto di ebrei. Fra questi è citato Lande Isidoro di Mosè “qui internato che presentemente est recatosi costà…” Sembra di capire appunto che l’internato sia fuggito.