Jarach Lazzaro
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Milano
Percorso di internamento: C. di c. di Gioia del Colle (BA) dal 23/8/'40 al 20/1/'41; c. di c. di Isola Gran Sasso (TE) dal 26/1 a maggio '41; Castilenti (TE) dal 23/5 al 2/10/'41; Sassocorvaro (PS) dai primi di ottobre '41 al 19/12/'42; Fano (PS) dal 24/12/'42 al 15/5/'43; Cagli (PS) dal 21/5/'43 ad agosto ’43 quando ottiene la revoca con il Governo Badoglio.
Ultima località o campo rinvenuti: Cagli (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; Car; ASCS; Ter.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Avvocato, di nazionalità italiana, viveva a Milano. "Ebreo, professa principi antifascisti", così la P.S. della sua città nell'agosto '40. La prefettura precisa per parte sua che la proposta di internamento era partita "dall'Organismo diretto dal Gr. Uff. dr. Francesco Peruzzi", in quanto Jarach era giudicato "acerrimo nemico del Regime".
A partire dall'agosto '40, conosce i campi di concentramento di Gioia del Colle (BA) e Isola Gran Sasso e il comune di Castilenti (TE) prima di giungere in Provincia di Pesaro dopo oltre un anno di internamento. I periodo di permanenza nelle varie località risultano da una sua richiesta scritta al Questore di Pesaro in cui chiede che la carta di identità e la tessera postale che gli erano state ritirate vengano spedite e conservate presso le autorità marchigiane.
A Sassocorvaro giunge nell'ottobre del '41 e prende alloggio "di fronte all'albergo". I carabinieri stilano la lista dei connotati, tra i quali spiccano i "baffi all'americana". Ben presto, in mancanza di camere private, si trasferisce obbligatoriamente nell'albergo stesso. Il fatto è segnalato dal podestà al questore nell'aprile del '42, con la sottolineatura che l'internato deve sborsare per l'affitto lire 120 mensili (lo Stato assegnava per l'alloggio lire 50). Per tale problema il suo nome è associato a quello di Giovanni Bondy, che fu subito trasferito, e a quello del "politico" Antonio Samengo il quale stava per arrivare.
Nell'aprile '42 un foglio di via da Milano per Pesaro indica la fine di una probabile licenza dell'internato nella sua città. Di fatto Jarach resta nel comune fino alla fine del '42, poi è trasferito entro la stessa provincia, prima a Fano - per qualche mese - poi a Cagli dove nell'estate del '43 con il Governo Badoglio lo raggiunge la revoca dell’internamento.