Scheda

Ehrenwort Sender



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro dell'agosto '42.

Famigliari compresenti: moglie
Coniugato/a con: Blody Sidonie
In Italia a: Firenze
In Italia da: /
Percorso di internamento: C di c. di Campagna (SA) dal 12 giugno a luglio '40; c. di c. di Ferramonti di Tarsia (CS) presente il 29/9/'40 fino al 10/8 '42; Piandimeleto (PS) dal 25/8 al 31/12/'42; Sant'Agata Feltria (PS) dall'1/1/'43 al 4/12/'43 quando viene arrestato. Incarcerato a Novafeltria (PS) dal giorno 5 dicembre '43 al 30/1/'44. Ancora internato a Sant'Agata Feltria fino al 30/9/'44.
Ultima località o campo rinvenuti: Sant'Agata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Sant'Agata Feltria (PS), Merano (BZ), poi Usa
Fonti:

ASP; A1; A2; A3, b16; ASCSAF; ASCPM; AGPN; AP; LM/AM; Ferr>; Bad.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Era commesso/vetrinista. In Italia prende domicilio a Firenze come la compagna Sidonie Blody con la quale conviveva da tempo. Nel giugno 1940 viene arrestato e separato da lei.

La sua lunga vicenda di internato inizia nel campo di concentramento di Campagna (SA) per proseguire in quello di Ferramonti di Tarsia (CS), per un periodo complessivo di oltre due anni.

Dopo un iter difficoltoso, Sender - chiamato anche Alessandro o Alex - si riunisce con Sidonie la quale è separata del primo marito. Per ottenere il permesso per le nuove nozze, Sender lascia temporaneamente Ferramonti per San Donato Val Comino (FR). Di qui scrive alla Delasem affinché lo aiuti e lo sostenga presso il Ministero dell'Interno. Dal tono si ricava la sua angoscia per le difficoltà che si frappongono alle nozze, per la mancanza del sussidio e dei mezzi elementari per vivere  dal momento che non è libero di lavorare. Dice che la popolazione del paese lo ha aiutato ma non sa come ripagarla.

Finalmente nell’agosto 1942 si sposa a San Donato, dopodiché i due saranno trasferiti definitivamente in Provincia di Pesaro per condividere i futuri anni di internamento. La prima sede è Piandimeleto. Qui, verso la fine dell'anno  '42, risulta un contatto epistolare con sua madre Rosa la quale si trova ancora a Sokal, allora Polonia, e che poi sarà internata nel campo di Ferramonti.

Rosa nel giugno seguente (1943) con il nome di Sara Rosa Storch in Bardfeld - era vedova risposata -  chiederà inutilmente dal campo stesso  di potersi avvicinare a Sender e Sidonie. Nel maggio '43 Rosa Bardfeld, nata il 29 settembre 1889 a Delatin, Polonia, da Mattias e Tagweiler Mattia, risulta registrata negli archivi della Croce rossa Internazionale come internata nel c. di c. di Ruoti, Potenza. La data di nascita ci permette di dire che l'ha generato in età molto precoce.

A sua volta, Sender chiede vanamente di potersi recare a Milano per far fronte alle incombenze legate alla morte del fratello Salomon che lì si trovava.

Il 1° gennaio del 1943 Sender e Sidonie vengono trasferiti a Sant’Agata Feltria. Pur essendo sussidiati, le difficoltà economiche si fanno sentire; basti dire per l'affitto mensile pagano 130 lire a fronte di un contributo statale di lire 50. Per questo lui chiede e ottiene di poter lavorare come operaio presso un cantiere di Sant'Agata, tenuto dalla cooperativa muratori di Ravenna. 

Quando scatta l'ordine di arresto generalizzato, Sender viene fermato assieme all’internata ebrea Ryfka Schuldenfrei e ad Attilio Coen, sfollato da Ancona: è il 4 dicembre 1943. Incarcerato a Novafeltria (PS), si ritrova con Karl Schwarz e Margherita Linser, fermati a Pennabilli (PS). Nei documenti carcerari il titolo del reato per tutti costoro è "Ebreo".

La moglie Sidonie, ammalata e difesa strenuamente dal medico condotto, dottor Vittorio Cavalli, non viene arrestata e  si attiva da casa per farlo liberare. Sender viene scarcerato il 30 gennaio '44. Nel luglio seguente, con i tedeschi insediati in paese, le autorità comunali propongono "i signori" Alessandro e Sidonia Ehrenwort, senz'altra qualifica, "quali interpreti al servizio del comando tedesco qui in sede", il che lascia credere che fossero gli unici a poter comunicare in quella lingua. 

La liberazione del territorio nel settembre 1944 li trova ancora a Sant’Agata Feltria.

Nel marzo del 1957, da Merano, Sender richiede alla Questura di Pesaro l'attestazione dell'internamento subito in quel territorio per ragioni "razziali", al fine di ottenere risarcimenti dalla Germania; ricorda che dal campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia fu inviato a Sant'Agata Feltria e di qui tradotto in carcere per ordine del "Comando tedesco", per restarvi 72 giorni. Nella lettera indica il suo domicilio a Merano in via Fluggi. Macabra ironia della sorte, in quegli anni nella stessa via abitava la moglie del famigerato torturatore, dottor Josef Mengele.

 Cinque anni dopo, nel 1962, Sender emigra negli Usa con la moglie. 

Su di loro si vedano Con foglio di via, citato nelle fonti pubblicate, e Vite di carta, di Anna Pizzuti.