Il volume, uscito nel 2017, contiene fra gli altri un nostro contributo dal titolo
L’internamento libero nelle Marche durante il periodo bellico: una ricerca aperta.
Ne riportiamo alcuni stralci.
…… Per una fotografia attendibile dell’internamento libero è necessario inoltrarsi nel territorio e scandagliare gli archivi dei comuni. Qualora la documentazione sia stata conservata e ordinata, si possono ottenere preziosi riscontri delle presenze attraverso le tabelle dei sussidi, la corrispondenza, le diffide e i fogli di via. Inoltre, grazie al supporto delle memorie locali, con le dovute cautele è possibile ricostruire il vissuto dell’internato e trovare conferme rispetto alle carte d’archivio, come abbiamo riscontrato in territorio pesarese. Per le altre tre province, suffragati dalle pubblicazioni sull’argomento, ci siamo avvalsi della documentazione conservata presso l’Archivio Centrale dello Stato e negli archivi di Stato provinciali. A proposito di questi ultimi è bene sottolineare che i fondi delle questure, qui depositati, nonostante costituiscano uno strumento imprescindibile per la ricerca, presentano i seguenti limiti:
a) le località segnalate a giugno ’40 dai prefetti e ritenute idonee ad accogliere internati, non sempre sono state realmente utilizzate;
b) nel corso della guerra, man mano che aumentava la necessità di posti soprattutto dopo l’invasione della Jugoslavia dell’aprile ’41, si è fatto ricorso alla disponibilità di nuovi comuni senza registrarli;
c) nei casi in cui il comune di internamento libero disponesse anche di un campo di concentramento, le due collocazioni non sono sempre distinte;
d) a volte l’internato non giunge a destinazione o perché ammalato o in seguito a ricorso accolto dal ministero, pertanto alcuni fascicoli contengono la segnalazione di un arrivo imminente mai avvenuto;
e) non tutti gli archivi hanno il materiale ordinato. Le buste degli ebrei talora contengono anche fascicoli di non ebrei senza chiara distinzione, oppure non sono distinti gli ebrei internati da quelli residenti nella località.
Omissis…
Italiani e stranieri internati nelle Marche: dati quantitativi
Nel giugno ’40, in base alle previsioni dell’ispettore ministeriale per l’internamento, Francesco Ciancaglini, assegnato alla Regione Marche, si ipotizzano 1.025 arrivi, con l’utilizzo di 52 località così distribuite: 21 in Provincia di Ancona con 493 posti; 7 in Provincia di Ascoli Piceno con 45 posti; 12 sia in Provincia di Macerata che in quella di Pesaro, con 402 posti la prima e 85 posti la seconda.
Un primo risultato raggiunto nella ricerca ci permette di dire che le località reali sono 86, come da lista seguente dei comuni di internamento, distinta per ambiti provinciali:
Provincia di Ancona. Comuni (15):
Ancona, Arcevia, Castelleone di Suasa, Cupramontana, Fabriano, Loreto, Maiolati Spontini, Montemarciano, Numana, Osimo, Santa Maria Nuova, Sassoferrato, Senigallia, Serra de’ Conti, Serra San Quirico.
Provincia di Ascoli Piceno. Comuni (21):
Acquasanta, Arquata, Ascoli Piceno, frazione Marino del Tronto, Castignano, Falerone, Force, Maltignano, Montalto Marche, Montegallo, Montegiorgio, Monterubbiano, Monte San Pietrangeli, Monte Urano, Montottone, Offida, Petritoli, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Venarotta.
Provincia di Macerata. Comuni (23):
Apiro, Appignano, Belforte del Chienti, Caldarola, Camerino, Castelraimondo, Corridonia, Esanatoglia, Fiastra, Fiuminata, Loro Piceno, Macerata, Mogliano, Penna San Giovanni, San Ginesio, San Severino Marche, Sant’Angelo in Pontano, Sarnano, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Urbisaglia, Ussita.
Provincia di Pesaro. Comuni (27):
Apecchio, Borgopace, Cagli, Cantiano, Fano, Fermignano, Isola del Piano, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Mombaroccio, Mondavio, Pennabilli, Pergola, Pesaro, Piandimeleto, Piobbico, Saltara, San Costanzo, San Leo, Sant’Agata Feltria, Sant’Angelo in Lizzola, Sant’Angelo in Vado, Sant’Ippolito, Sassocorvaro, Tavoleto, Urbania, Urbino.
Omissis….