Tra gli internati e gli ex internati in Provincia di Pesaro si contano numerose vittime per ragioni razziali. Alcuni sono deportati, altri periscono in Italia nella Strage di Forlì, eccidio avvenuto nel settembre ’44, uno muore in quella delle Fosse Ardeatine, infine uno si suicida. Per tutti i casi di seguito nominati, si veda Il Libro della memoria di Liliana Picciotto, riferimento fondamentale per il nostro lavoro. Mentre per gli italiani è stato possibile rintracciare le parentele, per gli stranieri è più facile immaginare che sapere cosa avvenne ai congiunti rimasti nell’Europa Centrale soggetta a Hitler. Bastino per tutti le storie di Moisè Laib Ryza e di Gustav Jellinek, con il bilancio agghiacciante dell’annientamento pressoché totale dei congiunti e degli affini, come pure la vicenda di Egon Dewidels per la quale rimandiamo alla sua scheda.
Dove non specificato diversamente, si tratta di deportati nei campi di sterminio.
Nominativi
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Bazzini Riccardo, di Maurizio e Amalia Kohn (suicidio),
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Bueno Sirio Renzo, di Giuseppe e Ida Funaro,
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Castelfranchi Renato, di Michelangelo e Estella Calimani,
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Della Torre Odoardo, di Cesare e Virginia Baruch (ucciso alle Fosse Ardeatine),
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Di Porto Alberto, di Angelo e Grazia Astrologo,
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Di Porto Vitale, di Angelo e Grazia Astrologo,
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Franchetti Leonardo, di Mario Abramo e Teresa Menzo (Manso),
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Levi Salomone, di Samuele e Giulia Coen,
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Neisser Arturo, di Alberto e Sofia Oppenheim,
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Ottolenghi Felice (Felicino), di Silvio e Albertina Moscato,
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Piperno Giuseppe, di Michele e Rosa Amati,
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Rabà Lanciotto, di Abramo e Giuditta Pesaro,
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Saralvo Lilio, di Leone e Zaira Melli,
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Segrè Ezechiele, di Zaccaria e Eva Foà,
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Spagnoletto Mario, di Leonardo e Gemma Di Consiglio,
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Venezia Alberto, di Salomone e Flora Pinto,
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Veneziani Ubaldo, di Alberto e Adele Veneziani,
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Werczler Lazzaro, di Simeone e Giovanna Köningstein.