Internati ebrei e non ebrei a Piobbico

 

Gli internati – ebrei o “politici” – devono firmare la presenza tre volte al giorno, alle 10 in municipio, a mezzogiorno e alle ore 16 in caserma. Possono circolare entro 500 metri dal centro, limite che sarà portato a 800 metri. In realtà qualcuno, ad esempio Leopold Verbovsek, riesce a fare lunghe passeggiate anche sul vicino monte Nerone, in tempo per la firma del pomeriggio, come scrive lo stesso internato nel suo diario. 

 Ancona Paolo (caso particolare)

Astrologo Mario Vittorio,

 Cesana Rita (Margherita) (caso particolare)

Caffaz Gildo

Fatucci Giacobbe

Grom Milan

Neumann Felix

Polacco Oscar,

 Schkolnik Jacob

Venezia Alberto

Verbovsek (Werbovsek) Leopold.

Internati non ebrei

Per ulteriori dati rispetto a quelli che stiamo per riportare, si veda alla pagina complessiva Internati non ebrei in Provincia di Pesaro, dove sono indicate anche le fonti.

Basso Lelio, futuro padre della Costituzione italiana, nato a Varazze il 25/12/1903 da Pietro e Marianna Raimondi. Avvocato socialista, “irriducibile avversario del regime”, presente nel CPC dal 1928 al 1942. Viene confinato nell’isola di Ponza dal 1927 al ’31 e  internato a Colfiorito (PG) a partire dal 23 agosto 1940. Dopo appena un mese, il 25 settembre, è trasferito nel comune di Piobbico in provincia di Pesaro. Leopold Verbovsek  scrive nel suo diario che quando  il 13 giugno ’42 vi giunge a sua volta come internato e prende alloggio presso l’albergo Montenerone, si ritrova nella stessa camera utilizzata fino al giorno prima da Lelio Basso. Il riferimento all’anno è dubbio in quanto Basso dice di essersene andato nel ’41. In Carolini leggiamo di un proscioglimento nell’ottobre ’40 ma senza dubbio Basso è stato di nuovo internato.  Nella sezione Documenti e Immagini, “Fogli di via”, compare un permesso temporaneo, datato ottobre ’40, per una visita di Lelio Basso a Milano, città dove aveva domicilio .

Nel febbraio 1971 l’avvocato antifascista partecipa a Urbino a un convegno di studi su Resistenza e Liberazione nelle Marche. Nel suo intervento ricorda il periodo trascorso come internato nelle province di Perugia (Colfiorito) e Pesaro (Piobbico). Gli atti vengono successivamente pubblicati, come si può vedere nelle fonti (Reli). Questo uno stralcio del suo discorso: Quando mi dissero, dopo avermi arrestato, che mi mandavano a Colfiorito, non la conoscevo, ma l’idea di un colle fiorito mi riempì di gaudio. <Ma, guarda come sono fortunato! Una volta all’isola di Ponza, che è una stupenda isola, adesso a Colfiorito.> Ed era la cosa più oscena che si potesse immaginare: non c’era assolutamente un fiore, c’erano solo sassi e vento continuo e nel mese di ottobre, freddo, vento gelido. Ci avevano allocati in certi baracconi che servivano ai reggimenti dell’artiglieria di Foligno per andare a fare le esercitazioni dei tiri, tanto che la stessa polizia arrivata nel mese di ottobre decise che non ci si poteva più vivere e sciolse il campo. E, allora, mi mandarono a confino qua, a due passi da Urbino, in comune di Piobbico e rimasi confinato a Piobbico, dove, devo dire, ho trovato subito gli antifascisti. Non mi ricordo purtroppo i cognomi, ricorderò sempre una ragazza impiegata in municipio che era figlia di un socialista e che venne a presentarsi come antifascista e che fu la prima che venne ad annunciarmi prima che me lo dicessero ufficialmente, un certo giorno, che era arrivato un telegramma da Roma che mi liberava dal confino. E trovai anche un farmacista, ma anche di quello non ricordo il nome, un vecchio farmacista di Piobbico che era un grosso centro di antifascismo, ecco, ebbi l’impressione in questo piccolo paese dell’Appennino, che per me aveva un solo torto: si mangiava solo lumache, era il piatto, direi, corrente, solo lumache, che a me non piacevano; quindi è stato il lato negativo. Ma, a parte questo, debbo dire che l’antifascismo di Piobbico era un antifascismo vivo anche nel 1940/’41 quando c’ero io.” (CPC; Car, Colfi, Reli; ASPG).

 Ferrante Attilio, di Giovanni e Amelia De XXX, nato al Cairo d’Egitto il 12/12/1891, domiciliato a Bari. É avvocato e professore. Internato nel campo di concentramento di Notaresco (TE), nel luglio del ’41 è trasferito in provincia di Pesaro. Le spese di viaggio gli vengono anticipate dall’amico Landmann Mendel, ebreo polacco internato a Notaresco che sarà deportato ma sopravviverà, a differenza dei congiunti internati in Italia. Attilio nel ’41 viene destinato al comune di Piobbico, mentre nel maggio ’43 è a Fermignano. (A1, Archivio comune di Piobbico). Attraverso la lettera di un’internata ebrea, Lea Isa Rosenbaum in Amsterdamer, sappiamo che Ferrante nel ’44 è in carcere a Urbino dove anche lei era stata reclusa e poi liberata per ragioni di salute. Sicuramente si erano conosciuti a Fermignano, comune di internamento di Isa e del marito. La donna nel marzo ’44  chiede ai superiori di poter visitare due volte al mese alcuni internati ancora reclusi, fra cui Markus PordesJoseph Lewsztein e appunto Attilio Ferrante. Non sappiamo se ottenga il permesso. Tragica la sorte della donna.

Floriani Renato, di Leonida e Giuseppina Chienna, nato a Riva del Garda, Trento, residente a Madonna di Campiglio. Nel ’43 è internato a Piobbico e poi a Isola del Piano; si scrive che in questo anno ha 44 anni. (A1, Archivio comune di Piobbico)

Francescato Simeone, di Antonio e Maria Padovan, nato e residente a Enego (Vicenza). Internato con la famiglia a Piobbico. Risulta da un documento che nel ’43 ha 34 anni. La moglie è Maria Battistelli (Battistel), i figli Simeone e Tonino. Trasferiti nel febbraio ’43 con destinazione Pergola, sono sussidiati dal mese seguente e la loro presenza è segnalata anche a maggio. (A1, Archivio comune di Piobbico e Pergola)

Ietto Pietro, di Domenico e Francesca Palermo, nasce il 29/7/1896 a Rosarno di Reggio Calabria. Diplomato di scuola professionale, è anche pittore. Nell’agosto ’42 risulta internato a Piobbico dove gode del sussidio statale, di una pensione e in più dei guadagni ricavati dall’attività pittorica. Viene trasferito una prima volta a Mercatino Conca e poi nel dicembre ’42 a Sant’Agata Feltria dove è ancora presente nel maggio ’43. Viene incarcerato per alcuni mesi per esercizio abusivo della professione medica e dopo la scarcerazione è internato a Mombaroccio. (LM-AM, Archivi comuni di Piobbico, Mercatino Conca, Sant’Agata Feltria)

Korencun (Korencan) Carlo, di Carlo e Maria Oglajanar, residente a Lubiana, nell’agosto ’42 risulta internato a Piobboco e a dicembre si scrive che ha 50 anni. E’ sussidiato e bisognoso di un aumento del contributo statale perché molto povero. (Archivio comune di Piobbico)

Procopovik (Procopovich) Nicola, di Alessandro e di Nadine Jermoloff, nato in Perù il 9/06/1888, di nazionalità russa, è professore universitario di lingue. Domiciliato a Genova, viene classificato come russo ortodosso e apolide. E’ munito di passaporto rilasciato in Svizzera. A Piobbico è presente nel maggio ’43. Prosciolto dopo il 25 luglio, viene nuovamente internato, subisce il carcere a Urbino da marzo a maggio ’44, viene ancora internato e sussidiato fino al 1945. (A1 e A2, Archivio comune di Piobbico) 

Saccal Giuseppe, di Antonio e Fares Clementina, nazionalità inglese, nato ad Aleppo il 5/08/1901, commerciante, in Italia a Milano. Presente a Piobbico nel febbraio ’43 e in altro periodo a Mercatino Conca. Segnalato quale agente o sospetto di spionaggio. In Arolsen Archives è detto ebreo. (A2, Archivio comune di Piobbico; Bad)

Skarica Dane, di Giovanni e Toucha Hyadica, residente a Sebenico, Jugoslavia, dove è nato il 7/07/1885, perito agrario. Nazionalità croata. Nell’agosto ’42 risulta internato a Piobbico ed è ancora presente nel gennaio ’43. Benestante, non è sussidiato. In Arolsen Archives è detto ebreo. (A2,  Archivio comune di Piobbico; Bad)