L’opera “Con foglio di via, storie di internamento in Alta Valmarecchia, 1940-1944”, è stata presentata il 27 gennaio 2011 presso il palazzo dei conti Oliva di Piandimeleto. Si è messa in luce la pagina della segregazione razziale in Italia, con particolare attenzione al territorio del Montefeltro e ai tre Comuni di Sant’Agata Feltria, San Leo e Pennabilli, poi passati alla Provincia di Rimini. La ricerca sarebbe proseguita presso gli altri municipi pesaresi allo scopo di ricavarne sia il clima politico e sociale, che la biografia degli internati.
A Piandimeleto gli internati potevano muoversi fino a un chilometro dal centro del capoluogo, sulle strade per Sant’Angelo in Vado, Lunano e Belforte.
La scheda individuale degli ebrei internati qui in elenco è presente nel database, comprensiva delle fonti. In alcuni casi fortunati sono state raccolte testimonianze.
- Camerino Gino, di Ettore. Nato a Venezia nel 1897, domiciliato a Milano, insegnante privato. A Piandimeleto dal 5 aprile al 19 maggio ’41. Dimora presso la famiglia di Giovannina Tomassoli. Il padre dell’internato, Ettore Camerino, sarà ucciso ad Auschwitz.
- Castelbolognese Paola, di Umberto. Nata a Trieste nel 1912, residente a Roma. A Piandimeleto dal 1 aprile 1941 al dicembre ’42. Vive presso Giovanna Gostoli in Rosaspina.
- Ehrenwort Sender di Wolf, nato in Polonia nel 1902, commesso. Moglie Blody Sidonie di Jacob, nata a Vienna nel 1900. A Piandimeleto dal 25 agosto al 31 dicembre ’42.
- Fatucci Giacobbe, di Settimio. Nato a Roma nel 1910, viaggiatore dei commercio. A Piandimeleto dal 17 aprile al settembre ’41.
- Grün Alessandro di Isidoro. Nato in Jugoslavia nel 1902, avvocato. Moglie Katic Dusanka, nata in Jugoslavia nel 1918, e figlio Pavel, nato nel 1938 a Belgrado. La famiglia è a Piandimeleto dal 22 giugno al 13 agosto ’42.
- Hapner Isak di Chaim, nato in Polonia nel 1910, medico. Moglie Roth Etta Reisel di Hersz, nata in Polonia nel 1910, e figlia Regina, nata nel 1939. A Piandimeleto dal 22 settembre al 4 dicembre ’43. La famiglia dimora presso Giovannina Tomassoli. Alla data indicata fuggono per sottrarsi all’arresto.
- Levi Giuseppe (Pino), di Aronne. Nato a Genova nel 1911, avvocato. A Piandimeleto – dal 20 luglio al 12 novembre ’41 – vive presso Giovanna Gostoli in Rosaspina. Dopo il proscioglimento combatte come partigiano nei Castelli romani. I genitori saranno uccisi ad Auschwitz.
- Lewsztein Joseph di Boris, nato a Varsavia nel 1915, medico. A Piandimeleto dall’8 aprile al 16 settembre ’43. Ucciso in eccidio a Forlì per mano nazista nel settembre 1944.
- Moscato Aldo, di Mario. Nato a Livorno nel 1895, impiegato. A Piandimeleto dal settembre 1940 al settembre ’41.
- Nagelberg Fritz, di Leon, nato a Kalisz, Polonia (già Austria) nel 1882, viaggiatore di commercio, e moglie Licht Elena, nata a Tarnow, Polonia (già Austria) nel 1891. La coppia giunge nel comune nell’estate ’43.
- Weiss Aron di Mandel, nato a Lodz in Polonia nel 1899, commerciante. A Piandimeleto dal 30 novembre 1942 al 4 dicembre ’43 quando fugge per sottrarsi all’arresto.
Internati non ebrei
Altre tipologie di internati – stranieri e oppositori al Regime – sono presenti nel comune in periodi diversi e per tempi più o meno lunghi. Come gli ebrei, venivano trasferiti frequentemente. Per l’attribuzione della fonte si veda la sezione complessiva Internati non ebrei in Provincia di Pesaro.
Documenti specifici, oltre che in A1 e A2, sono conservati presso l’archivio storico del comune (e per la Noeth in quello di Pennabilli per un errore di trasmissione). Nell’aprile ’41 il questore di Pesaro segnala fra gli altri come internati sussidiati:
- Kariclia (Kariklia) Cela, di Angelo, nata il 25/03/1903 a Filiats, nazionalità greca. E’ sussidiata. Arrestata e incarcerata a Urbino nel febbraio ’44.
- Noeth Margherita, di Giovanni e Alfonsina Martin, nata a Parigi il 13/11/1887, francese; risulta internata a Piandimeleto già nell’aprile ’41 e ancora nel ’44. E’ sussidiata. Arrestata e incarcerata a Urbino nel febbraio ’44.
- Pieri famiglia, formata dai genitori Michele (di Giovanni) e Ferfoglia Giuseppa, e da due figli, una giovane di cui ignoriamo il nome e la durata della permanenza, e un giovane di nome Danilo, nato a Monfalcone nel 1921, avvocato “comunista”. Sono presenti dal ’41 al ’44, sussidiati.
- Sacher Francesca Elena in Vassiliou (Vassilion), di Venceslao e Ulrich Francesca, nata a Libcani il 31/05/1872, in Italia a Genova dal 1908 per commercio, nazionalità greca. Madre adottiva di Athina Vassilou e come lei internata a Piandimeleto il 7 aprile ’41 per restarvi fino al ’44. E’ sussidiata. Il 22 febbraio ’44 viene arrestata per ordine del questore e incarcerata a Pesaro. Riconosciuta non idonea per il campo di concentramento viene rimandata in internamento.
- Vassiliou (Vassilion) Athina, di Giovanni e Sacher Francesca, nata a Costantinopoli il 15/10/1899, in Italia a Genova dal 1908 per commercio, greca, nubile. E’ internata a Piandimeleto il 7 aprile ’41 e vi resta fino al ’44. E’ sussidiata. Il 22 febbraio ’44 viene arrestata per ordine del questore e incarcerata a Pesaro. Giudicata idonea per il campo di concentramento, resta reclusa fino al 25 luglio ’44. A questa data il comando germanico ordina lo sfollamento della prigione di Pesaro e Athina dovrebbe affrontare a piedi la traduzione alle carceri di Urbino ma non è ritenuta idonea, quindi viene rimandata a Piandimeleto. Dopo la guerra torna a Genova e poi a Bari, assistita dagli Enti preposti ai profughi, a Genova l’UNRRA, a Bari il campo tenuto dall’IRO.
- Verbic Andrea, di Andrea, nato a Lubiana nel 1903, giornalista, direttore del giornale di Lubiana, Jutro (Il mattino). Con lui la moglie. Presente nell’aprile ’41 fino a gennaio ’44. In A2 è elencato in un gruppo di sospetti di spionaggio.
Tutti e sei gli internati politici nominati sono presenti anche nei primi mesi del ’44. Il 30 gennaio ’44 Verbic Andrea e Pieri Michele fuggono per evitare l’arresto. Di Pieri Danilo i carabinieri non fanno menzione, mentre si apprestano a eseguire l’ordine d’arresto che riguarda le donne. Come si è detto, Francesca Sacher e la figlia Athina vengono tradotte nelle carceri di Pesaro, mentre Noeth Margherita e Karicla Cela in quello di Urbino. La Sacher sarà nuovamente inviata a Piandimeleto in quanto ultrasettantenne, le altre restano a lungo in carcere
Si registra inoltre la presenza dei due ex internati slavi, seguenti, che nel 1945 sono ancora a Piandimeleto, sussidiati:
- Konda Giuseppe, di Giovanni, sloveno, in fuga dopo l’8 settembre ’43 dal campo di Ellero Pietrafitta di Perugia, giunge a Piandimeleto e vi resta per due anni interi per la difficoltà di fare rientro in patria. Usufruisce del sussidio statale. Due cittadini italiani dichiarano per iscritto che Konda è un ex-internato benché senza documenti, affermano che in loro presenza egli ruppe la scheda del campo di concentramento di Pietrafitta per timore di essere catturato dai nazifascisti. Konda dichiara di essere stato deportato dalla propria abitazione di Grannik nel comune di Semic, provincia di Lubiana, il giorno 14 ottobre ’42 e di essere giunto al campo di concentramento di Gonars (Gorizia) il 30 ottobre ’42. Tradotto al campo di Monigo (Treviso) il 28 novembre seguente, di lì il mese seguente giungeva al campo di Ellero Pietrafitta dove rimase fino all’8 settembre ’43.
- Lucic Nino, di Vincenzo, croato, in fuga da Renicci alla stessa data. Egli dichiara di essere stato deportato dalla propria abitazione di Benciani nel comune di Castro, provincia di Fiume, il 12 luglio 1942 per essere tradotto al campo di Bucari (Fiume). Inviato il 12 aprile ’43 al campo di concentramento di Porto Re (Fiume) e il 22 maggio ’43 al campo di Renicci (Anghiari), vi rimase fino all’8 settembre’43. Nel maggio ’45 è ancora a Piandimeleto. Usufruisce del sussidio statale.
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