Belart Joseph
Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del marzo '43.
Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: Maria (Evelina)
In Italia a: Milano
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Montechiarugolo (PR) da agosto '40 al giugno seguente; Montefiascone (VT) dal 25/6/'41; Macerata Feltria (PS) dal 16/3 al 19/5/'43, quando viene disposto il rimpatrio.
Ultima località o campo rinvenuti: Macerata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti:
ASP; EMF; ASCMF; CS; Invis; Bad; GENI.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Di nazionalità canadese, era commerciante e risiedeva a Milano, anche se risultano contatti con altre città italiane, forse per lavoro. La prima sede di internamento è in provincia di Parma nel campo di concentramento di Montechiarugolo, dove giunge da Chieti nell'agosto '40. La seconda è Montefiascone nel viterbese: qui viene internato l'anno seguente. Dai primi mesi del '43 invece è presente in provincia di Pesaro, a Macerata Feltria.
Le prime due località di internamento sono ricordate in una lettera della Croce Rossa Internazionale con sede a Ginevra, in risposta a una richiesta di chiarimenti avanzata in precedenza da Belart. Il responsabile della sezione commerciale comunica “all’internato civile J. Belart presso Albergo Rossi di Macerata Feltria, Pesaro, Italia”, che i sedici pacchi viveri pervenuti a suo favore dalla Croce Rossa Americana - e sottoscritti da due cittadini di New York - gli sono stati spediti l’anno precedente nei comuni dove si trovava.
Ora, dal luglio del ’42 la Croce Rossa Americana non accettava più sottoscrizioni per pacchi individuali, ed era questa la ragione per cui non gli avevano più inviato aiuti della stessa natura. Tale risposta porta la data del 30 luglio ’43 e probabilmente Belart non è riuscito a leggerla. Era giunto a Macerata Feltria nel marzo precedente e vi era rimasto poco più di due mesi. Il 27 maggio era uscito dal Regno per raggiungere la Gran Bretagna da Bardonecchia (TO) "col noto treno dei rimpatriandi", lo stesso mezzo utilizzato da Ruth Klempner e dal figlio.
Nonostante la breve permanenza nella cittadina pesarese, tra la popolazione anziana c'è chi lo ricorda. Belart, dice un abitante la cui testimonianza è registrata nel libro "Ebrei a Macerata Feltria", si distingueva anche perché vestiva sempre di bianco. Prima che se ne andasse dal paese, i suoi beni furono messi all'asta. Un altro abitante riferisce di averlo cercato al suo indirizzo dopo la guerra, ma inutilmente. Seppe in seguito che una volta ottenuto il proscioglimento, benché avesse già sessant'anni aveva deciso di partecipare alla guerra: si era imbarcato su un sommergibile e questo era stato silurato.
In Arolsen Archives, dove c'è traccia del suo percorso da Montechiarugolo a Macerata Feltria, gli viene attribuita nazionalità slovacca ed è detto ariano. In GENI compaiono due documenti di viaggio da Genova a New York sulla nave "Conte di Savoia", l'uno nel settembre 1936, l'altro nel settembre '38, ma con ritorno in breve tempo. E' detto mercante di nazionalità inglese e domiciliato a Milano dove vive la moglie Maria (Evelina).