Scheda

Adler Miroslav (Friedrich)



Didascalia:

Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del maggio ’43.

Famigliari compresenti: /
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Trieste/Fiume
In Italia da: Croazia
Percorso di internamento: C. di c. di Ferramonti di Tarsia (CS) da ottobre '41 al 5 maggio '43; Urbania (PS) dal 7/5/'43 a fine novembre/primi di dicembre '43 (fuga segnalata il 5 dicembre ma avvenuta nei giorni precedenti).
Ultima località o campo rinvenuti: Urbania (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma
Fonti:

ASP; ASP3; A1; A2; ASCU; ASCU2; Voigt; Hope; APz; YV; Bad, GENI.


Presente fasc. in ASP:
Profilo biografico:

Miroslav, chiamato anche Mario, era commerciante e risiedeva a Osijek, Croazia. Fu tra i primi profughi croati transitati per Fiume ad essere avviato in internamento in Italia, misura presa nell’agosto ’41 dal Prefetto di Fiume, Temistocle Testa. In precedenza il prefetto aveva adottato una politica di espulsione e non di internamento nei confronti di chi fuggiva dagli ustascia croati, come nel caso di Adler.

A partire dall'agosto '41 Adler viene ristretto nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS) dove rimane per quasi due anni, dopodiché è trasferito in Provincia di Pesaro. In quanto jugoslavo è definito "suddito nemico" nell'elenco degli internati di Urbania, dove compare tra i sussidiati anche nel luglio e nel settembre '43. Il 16 settembre di questo anno il nuovo questore di Pesaro, Donadu, scrive in tono aspro al podestà di Urbania richiamandolo all'ordine perchè non ha risposto a una sua nota precedente riguardante Adler; fa notare che ha urgenza di riferire al ministero. La questione è semplice: l'internato deve dire se è disposto a prendere con sé la cugina Gluck Zora che si trova nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia.

Sappiamo che la giovane, originaria di Zagabria e internata in Italia come il padre e il fratello, aveva chiesto di raggiungere Miroslav a Urbania, ma pare che la cosa non vada in porto. Anche Grün Alessandro viene chiamato da Adler "cugino". Come per altri casi ci siamo convinti che questo fosse una stratagemma per ottenere degli avvicinamenti tra persone che si conoscevano o erano legate da amicizia.

Sottoposto a visita medica, Miroslav non viene giudicato idoneo al campo di concentramento dal medico provinciale. Nel corso del '43 egli aveva chiesto più volte di potersi recare dallo specialista a Pesaro e non sempre era stato soddisfatto nella sua richiesta.

In un foglio conservato presso l'Archivio di Stato di Pesaro nel fondo "Campagna razzista", il nome di Adler è citato dal prefetto insieme a quelli di Neisser Arthur e di Wolfshon Senta per l'inoltro al ministero dell'Interno delle schede mod. 23 S. relative agli ebrei stranieri internati in provincia: il documento porta la data del 4 ottobre '43 e si dice che Adler è stato schedato a Pesaro.

Ai primi di dicembre di questo anno, Miroslav si rende conto del pericolo e si dà alla fuga, come da segnalazione dei carabinieri del 5 dicembre '43. Vi si dice che si è reso irreperibile assieme agli internati Lubomira Hirszhorn e alla famiglia Fleisig.

Troviamo ulteriori notizie nel libro di memorie di Albert Alcalay. L’autore, che conosceva Adler per aver condiviso la segregazione nel campo di Ferramonti di Tarsia, fu sorpreso di incontrarlo un giorno per le vie di Pergola dove lui era internato. Miroslav, che Albert chiama Miša, stava fuggendo dalla vicina Urbania e gli disse che a Pesaro era arrivato l’ordine di arresto di tutti gli ebrei. Non sapeva se questo riguardasse anche chi si trovava in “confino libero”, ma per sicurezza aveva pensato di fuggire. Miša era fornito di documenti falsi che l’amico Geza Gedalja, altro internato jugoslavo conosciuto da entrambi, aveva ottenuto per lui al prezzo di cento lire, e lo consigliò di muoversi con la sua famiglia verso Roma. Doveva farlo anche senza documenti, poichè riteneva che in una grande città potessero mimetizzarsi più facilmente. 

Gli Alcalay si mettono presto in moto. Quanto ad Adler, nell’ottobre del ’44 risulta effettivamente presente nella capitale.

Otteniamo altre notizie preziose dal fondo conservato nell'Archivio di Bad Arolsen. Il questinario che lo riguarda è compilato l'8 luglio '46. Egli si trova a Roma, assistito dalla Croce Rossa, non ha documenti, mentre pare possieda un affidavit e aspetta il permesso di emigrare in USA. Non è sposato.

Quanto alla famiglia originaria, riferisce che una sorella, con la quale è in contatto, è stata per due anni nel campo di Terezin e un anno ad Auschwitz, è sopravvissuta e vive con il marito a Praga. Un'altra sorella, Zora, che sembra fosse con lui in Italia per un periodo, si trova a New York, sposata Rosen. Il padre Adolf è stato deportato ed è morto.

La prima sorella dovrebbe identificarsi con Karolina, nata nel 1899; la seconda, Zora (Zorica, Flora) nata nel 1896, morirà nel 1947 a New York (GENI). Risulta poi in Yad Vashem che il padre Adolf Adler (nato nel 1867 o 1868) è deportato ad Auschwitz da Osijek, Jugoslavia, e muore nel settembre '42. In GENI si conferma il dato, con la precisazione che era nato in Slovacchia, aveva sposato Josefina Schorch nel 1895 e in seguito alla morte di costei nel '32 si era congiunto nel '35 con Ema Stransky. In questa fonte si dice che Miroslav si chiamava in realtà Friedrich e si ipotizza, sulla base di quanto risulta nella sua città natale, che sia morto nel '42, ma con punto di domanda.

Miroslav nelle carte di Bad Arolsen racconta poi la propria storia.

Lasciò Osijek il 7 marzo '41 con il suo reggimento come ufficiale jugoslavo. ll 10 aprile seguente fu fatto prigioniero dai tedeschi e inviato in Bulgaria. Il 1° giugno fuggì con documenti falsi, tornò nella sua città per vedere i familiari. Tre volte fu imprigionato, poi finalmente mandato a Zagabria in un campo "cristiano", da cui fuggì nuovamente con documenti falsi dirigendosi verso l'Italia. Siamo verso luglio 1941. A Susak viene arrestato e imprigionato, poi carcere a Fiume e infine a Trieste. A ottobre '41 viene internato nel campo di Ferramonti di Tarsia dove rimane fino a maggio '43. Rilasciato per motivi di salute, viene internato nel comune di Urbania e qui resta fino a novembre '43 (fine mese) quando fugge verso Roma. Durante l'occupazione nazista vive nascosto fino alla liberazione. Dopodiché lavora nella capiale con la "Censura civile" fino ad agosto '45, poi con il Joint (American Jewish Joint Distribution Committee). 

Infine l'emigrazione in USA avviene, come attestato nella lista dei passeggeri della nave Saturnia che nel luglio del 1947 lasciano il porto di Napoli per quello di New York. Qui Adler Miroslav - 41 anni, single, professione <impiegato>, conoscenza delle lingue francese, inglese e italiana, stateless, nato a Osijek, Jugoslavia - alla voce "razza, popolo" scrive "white". Ha pagato da solo le spese e vuole raggiungere la sorella Zova (Zora) Floren a Flushing, quartiere di New York.