Viola Samuele
Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro dell'agosto '41.
Famigliari compresenti: /Coniugato/a con: coniugato
In Italia a: Trieste
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Campagna (SA) a partire da data ignota fino ad agosto '41; Borgopace (PS) dal 24/8 al 16/12/'41, data della revoca che non ha effetto per le gravi ragioni di salute. Trasferito a Sassocorvaro (PS), è ancora presente nel marzo '42.
Ultima località o campo rinvenuti: Sassocorvaro (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti: ASP; ASCS.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Era un industriale e risulta risiedere a Trieste. E' presente nel campo di concentramento di Campagna (SA) - non sappiamo da quale data - fino all'agosto del '41 quando giunge in Provincia di Pesaro e viene internato a Borgopace. Pochi mesi dopo, è colpito da paralisi e viene trasferito a Sassocorvaro (PS) dove è presente l'ospedale e dove conosce un lungo ricovero. Il suo passaporto intanto viaggia da un ufficio all'altro.
Nel dicembre dello stesso anno ottiene la revoca per gravi ragioni di salute, ma proprio per questo la misura non ha subito effetto.
E' ricordato con partecipazione da un internato ebreo che ha condiviso con lui un periodo a Campagna, Francesco Prochaska. Da una lettera di quest’ultimo si ricava che Viola, forse per i contraccolpi subiti, è completamente disorientato sul piano psicologico.
Nel marzo del '42 l'ammalato è ancora sul posto. A questa data il podestà chiede alle autorità provinciali un'auto privata per far accompagnare l'internato, ancora molto sofferente, prima a Pesaro, poi a Trieste. Su tale mezzo di trasporto, Samuele Viola viaggia fino alla sede provinciale con Bondy, in traduzione a Mombaroccio (PS), e con le internate Elvira Braun e figlia Ilse, le quali si recano nel capoluogo per ricovero in ospedale.
La data di nascita dell'internato nel database di A. Pizzuti è posteriore (9/6/1891), mentre quella da noi riportata, che compare sulla scheda segnaletica della Questura di Pesaro, sembrerebbe più attendibile rispetto alla fotografia.