Rosenzweig Mosè (Maurizio)
Coniugato/a con: celibe
In Italia a: Pavia
In Italia da: /
Percorso di internamento: C. di c. di Campagna (SA) dal '40 (APz); presente ancora a luglio e agosto '42; Polla (SA) fino a gennaio '43; Urbania (PS) presente da marzo '43 fino al 4/12/'43 quando fugge.
Ultima località o campo rinvenuti: Urbania (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: /
Fonti:
A1; A2; ASCU, ASP3, ebrei stranieri; Bad.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:
Presso l’Archivio di Stato di Pesaro su di lui non c'è fascicolo ma il nome compare nel fondo “Pratiche relative alla campagna razzista” per la dichiarazione di soggiorno datata marzo ’43. Nei documenti è chiamato a volte Mosè, altre volte Maurizio.
Era medico e presumibilmente aveva studiato all’Università di Pavia dove risiedeva a partire dal 1933. In precedenza il suo domicilio era Vienna.
L'internamento inizia nel '40 nel campo di concentramento di Campagna (SA). Durante tale permanenza riceve posta (in luglio e agosto ’42) da due compagni di internamento che hanno lasciato il campo per precederlo a Urbania in Provincia di Pesaro: si tratta di Hans Stawski e di Paolo Schwarz.
Nel marzo '43 egli stesso raggiunge la nuova sede. Nel periodo di Urbania, che sarà di circa otto mesi, riceve aiuti finanziari da privati, somme di una certa importanza da parte di professori di Pavia - probabilmente in medicina - (prof. Piero Radaelli e Edoardo Storti) e di Ferrara (prof. Gaetano Boschi). Inoltre, forse come restituzione, riceve una piccola somma (lire 25) da Leo Birnbaum, un ebreo internato a Pergola (PS) che come lui era stato sia a Campagna che a Polla in Provincia di Salerno.
Presso l'archivio di Bad Arolsen che conserva documenti della Croce Rossa, è conservata una lettera che lo riguarda, datata 7 maggio 1943, in cui lo si definisce internato a Urbania.
In data 6 luglio ’43 il Ministero dell’Interno richiede al Prefetto di Pesaro/Urbino la seconda copia della dichiarazione di soggiorno di cui si diceva all'inizio, associando il nome dell'internato, definito apolide, ad altri cinque ebrei soggetti alla stessa misura in vari comuni della provincia: Birnbaum, Hantwurzel, Pacht, Karl Schwarz e Ryza.
Il 4 dicembre '43 il dottore fugge da Urbania assieme agli ebrei internati A. Brandweiner, L.Grüner, I.Olschowski e R.Schnitzler. La fuga ad alcuni non riesce mentre Mosè/Maurizio fa perdere le proprie tracce.