Rabà Renzo (Enzo)
Dalla scheda segnaletica della Questura di Pesaro del luglio '40.
Famigliari compresenti: padreConiugato/a con: celibe
In Italia a: Livorno
Percorso di internamento: Sant'Angelo in Vado (PS) dal 7/7/'40 al 30/7/'43.
Ultima località o campo rinvenuti: Sant'Angelo in Vado (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Livorno
Fonti: ASP; A1; Car; Com.ELI; ASCSAINV; ASCLI.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Era venditore ambulante e verniciatore, con diploma di istruzione tecnica, e viveva a Livorno, proveniente da Marsiglia.
Il prefetto della sua città il 23 giugno ’40 sottolinea che benché non abbia dato luogo a rilievi specifici, “dato l’attuale momento” dev'essere allontanato e internato. Lo stesso accade ad altri ambulanti suoi concittadini e correligionari, come si può vedere per il padre Lanciotto e per Bueno Sirio.
Pur in mancanza di rilievi specifici, la pena nel caso di Renzo si protrae per tre anni. Il giovane resta sempre nello stesso comune, Sant’Angelo in Vado in Provincia di Pesaro, in concomitanza con la presenza del padre.
Nei rendiconti dei sussidi ricevuti, l'erogazione cessa ufficialmente il 2 agosto '43. La revoca avviene in base alle disposizioni del Governo Badoglio del 30 luglio. A differenza del genitore, deportato e ucciso ad Auschwitz, Renzo sfugge agli aguzzini. Morirà a Livorno nel 1964.