Fürcht Magdalene (Magda)
Coniugato/a con: Schuschny Adolf
In Italia a: /
In Italia da: Lubiana, Jugoslavia
Percorso di internamento: Villanova d'Asti (AT) da gennaio '42 fino a luglio '43; Macerata Feltria (PS) dal 24/8/'43 al 2 o 3/12/'43, giorno della fuga.
Ultima località o campo rinvenuti: Macerata Feltria (PS)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma, poi Milano
Fonti:
ASP; ASCMF; EMF; ASMAC; CS; Bad; IKg; Bad.
Presente fasc. in ASP: no
Profilo biografico:
Presso l’Archivio di Stato di Pesaro non ha fascicolo personale. Le notizie sono ricavate da quello del marito Adolph Schuschny. Stessa cosa per l'Archvio di Stato di Macerata dove lei compare con il cognome Fareht.
Nell’immatricolazione per Soggiorno stranieri in Italia effettuata a Villanova d'Asti nel gennaio ‘43, si riportano la data d’ingresso nel Regno di Magdalene da Lubiana assieme al marito il 22 agosto '41 e lo scopo del soggiorno: internata civile. In realtà non pare che lei venga subito internata come avviene per Adolph, ristretto nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia (CS). La data riportata nel database di Anna Pizzuti per Ferramonti precede di venti giorni l'ingresso nel regno.
Nel gennaio '42 la coppia si riunisce a Villanova d'Asti, dove resta per un anno e mezzo "senza dar luogo a rilievi", come dirà il prefetto della provincia nel '46.
Di lì raggiungono la Provincia di Pesaro nell'agosto '43 e vengono internati a Macerata Feltria. Il mese seguente, la Croce Rossa britannica chiede notizie su di loro per conto di un privato - la sig.ra Federica Charva di Londra - e la risposta del commissario prefettizio è fin troppo rassicurante: le condizioni di salute di Magdalene e del marito sono "ottime".
Il 2/3 dicembre '43, per evitare l’arresto, Magdalene e Adolf fuggono con i coniugi Gedalya e con Leo Scharfberg; fanno tappa in Toscana e proseguono per Roma. Probabilmente lei e il marito non riescono a mettersi in contatto con un’amica di Firenze - Erminia Stern - che in seguito cercherà loro notizie; nell'aprile '45 il Questore di Pesaro, in risposta alla duplice richiesta della signora: da un lato la informa che gli Schuschny sono fuggiti da tempo per sottrarsi ai tedeschi, dall’altro le dà notizie degli Jellineck, ancora a Macerata Feltria.
Le due coppie di internati erano legate tra loro anche per aver condiviso il periodo di restrizione a Villanova d'Asti.
Presso l'Archivio di Stato di Macerata sono presenti documenti dell'immediato dopoguerra, in quanto da Roma si rivolgono erroneamente a tale provincia anziché a quella di Pesaro. Gli Schuschny si trovano nel campo di raccolta di Cinecittà dal 1° agosto '44 e le autorità fanno la verifica dei sussidi percepiti per poter proseguire la corresponsione. Il marito dichiara un periodo di internamento con relativo sussidio, dal 6 gennaio '42 al 2 dicembre '43 e afferma che è impossibilitato a ritornare nel proprio paese.
Per parte sua, la Prefettura di Pesaro/Urbino dichiara di aver corrisposto alla famiglia la quota mensile di lire 50 per l'alloggio e giornaliera (lire 9 per lui e lire 5 per lei), per il periodo di internamento a Macerata Feltria. Ora sarà l'ECA di Roma a provvedere al mantenimento dei due coniugi.
A Roma, Magdalene presta la sua opera fino a settembre ’45 presso il Comando alleato, ufficio “dispaccio personale”, poi, dopo il trasferimento a Milano, continua l’attività con gli alleati alla caserma “Cadorna”.
Come detto per il marito, preziose notizie sono convervate presso l'archivio di Bad Arolsen che registra pure l'internamento a Villanova d'Asti (la data della scheda è il 30 aprile '43). Veniamo poi a sapere che in Austria Magdalene aveva studiato a Graz e in seguito lavorato per anni a vario titolo: in una tipografia, come segretaria di un avvocato e come negoziante. Aveva subito l'internamento anche in Jugoslavia dove il marito era riparato in fuga da Vienna e dove lei l'aveva raggiunto. Poi da Lubiana erano stati internati in Italia. Lei parlava tedesco, italiano e inglese, pertanto collaborava con strutture internazionali sia nel campo di Cinecittà che a Milano.
In ottobre '46 la coppia ottiene il visto per emigrare in Colombia, dove il marito ha un cugino, immigrato di recente.
Presso la comunità ebraica di Vienna sono conservati documenti che riguardano lei e la famiglia del marito. Il padre di Magda, morto nel '41, è sepolto nel cimitero israelitico di Vienna. Il marito Adolf morirà a Bogotà in Colombia il 17 novembre 1969 ma verrà sepolto accanto al padre nel cimitero israelitico di Vienna.
La suocera, ormai vedova, era stata deportata da Vienna ed era morta nel campo di Theresienstadt il 16 novembre 1942.