Fano Vito Laudadio
Coniugato/a con: /
In Italia a: Roma
Percorso di internamento: C.di c. di Urbisaglia (MC) dal 23 giugno al 15 settembre '40; c.di c. di Gioia del Colle (BA) dal 16/9/'40 al 15/1/'41; c.di c. di Isola Gran Sasso (TE) presente l'11 aprile '41 fino a settembre; c.di c. di Urbisaglia dal 26/9/'41 al 30/1/'42; Sant'Angelo in Vado (PS) dal 30/1/'42 fino a marzo; Collevecchio Sabino (RI) dal 27 marzo a giugno '42. Asti da giugno '42 a febbraio '43; c. di c. di Urbisaglia dal 14 febbraio al 4 agosto '43
Ultima località o campo rinvenuti: Urbisaglia (MC)
Deportato: no
Ucciso in Italia: no
Dopo la fuga e/o la liberazione a: Roma
Fonti: ASP; ASMAC; Car; Ter; ASMAC; ASCSAINV; Urb; MPez.
Presente fasc. in ASP: sì
Profilo biografico:
Ingegnere e libero professionista, viveva nella capitale.
Con il varo delle leggi razziali era stato congedato dall'esercito dove aveva il grado di Ufficiale.
Al pari del fratello Goffredo è segnalato dal Questore di Roma come "Ebreo repubblicano, di sentimenti avversi al regime". E' pure compreso nell'elenco stilato dallo stesso ufficio nel giugno '40 degli ebrei romani da internare in caso di emergenza, in quanto "repubblicano-sospetto politico". Nella lista compaiono 29 nominativi.
Vive alcuni periodi di restrizione assieme al fratello. Viene internato in tre riprese nel campo di concentramento di Urbisaglia (MC). Nell'agosto '40 la madre Anna e la sorella Clara ottengono il permesso di visitarlo nel campo e di trattenersi presso di lui per due giorni “per una sola volta”.
Vito conosce anche i campi di Gioia del Colle (BA) e Isola Gran Sasso (TE). Di qui a cura della questura di Teramo viene inviato al nord entro un gruppo di trentadue ebrei. L’ordine di trasferimento da parte del ministero è datato 11 settembre ’41. Tra gli altri, sono con lui alcuni correligionari che transitano anche per la Provincia di Pesaro come Vittorio Astrologo e Ubaldo Veneziani.
Nel gennaio '42 il direttore del campo di Urbisaglia si esprime a favore di una licenza a Roma dell'internato giudicandolo “un buon elemento”. E' in questo periodo che troviamo l'internato in provincia di Pesaro per qualche mese, per la precisione a Sant'Angelo in Vado.
In ottobre la madre vedova rinnova la richiesta di licenza quando il figlio si trova ormai ad Asti, senza ottenere soddisfazione per l'opposizione della questura romana. I due fratelli vengono associati in una segnalazione del Questore piemontese per presunti atteggiamenti di disturbo nei confronti di donne del posto.
Deciso il trasferimento, inizialmente si pensa di dividerli, poi nel febbraio '43 i Fano sono presenti entrambi nel campo di Urbisaglia per l'ultimo periodo di restrizione.
Nel dicembre '44, quale ex internato, Vito Fano chiede gli arretrati del sussidio dal giorno del proscioglimento in poi, richiesta non accolta dalla questura romana. Si scrive infatti che da quel momento lo stesso tornò nella capitale e riprese il proprio lavoro.